Nicoletta Furlan

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GIOCHI DI LUCE

PRESENTAZIONE Presentare il lavoro di una collega con la quale ho condiviso momenti indimenticabili in ambito artistico mi da una certa contentezza. Per questo motivo, e per il fatto che non sono una critica d’arte ma una persona che a sua volta opera con gli strumenti del mondo creativo e artistico, mi trovo ad essere decisamente partecipe. Cercare di dare una descrizione a quello che vedo in questi quadri mi sembra piuttosto riduttivo in quanto significherebbe coinvolgere il solo senso della1 PRESENTAZIONE
Presentare il lavoro di una collega con la quale ho condiviso momenti indimenticabili in ambito artistico mi da una certa contentezza. Per questo motivo, e per il fatto che non sono una critica d’arte ma una persona che a sua volta opera con gli strumenti del mondo creativo e artistico, mi trovo ad essere decisamente partecipe.
Cercare di dare una descrizione a quello che vedo in questi quadri mi sembra piuttosto riduttivo in quanto significherebbe coinvolgere il solo senso della vista. E, anche se è pur vero che attraverso una spontanea associazione tra libertà e gusto, Nicoletta è riuscita a creare immagini molto piacevoli da osservare, sono altresì convinta che, tra queste forme e questi segni colorati, ci sia molto di più.
Quello che in realtà attira maggiormente la mia attenzione è proprio quello che non vedo, ossia quelle forme non chiuse che le personali conoscenze sono poi libere di completare. E proprio questa libertà porta, noi che guardiamo, ad andare oltre la forma, laddove ciò che concretamente conosciamo confina con la fantasia della nostra immaginazione.
Ci troviamo così a non essere solo dei semplici spettatori passivi, ma ideali continuatori di queste opere, nelle quali mancanza di prospettiva, schiacciamento dei piani e uso arbitrario del colore, ci allontanano inesorabilmente da una realtà di Rinascimentale memoria per accompagnarci, gradevolmente, verso un fare più contemporaneo.
D’altronde la nostra percezione ci fa cogliere le forme in maniera definita solo nell’attimo in cui le guardiamo; ma poiché la realtà è in continuo movimento diventa impossibile descrivere qualcosa nel dettaglio senza perderne l’essenza vitale.
L’arte contemporanea ha fatto molte ricerche in questo senso, arrivando alla massima provocazione di Duchamp il quale, con il suo Ready-Made, ha ribadito ed affermato il concetto di un’arte che non rappresenta, ma presenta la realtà.
Certo è che, senza arrivare a tali estremi, è significativo riflettere e chiedersi cosa è più reale: una riproduzione dettagliata o una forma libera scaturita dalla memoria e dalle esperienze?
Niente di più piacevole dunque, guardando i lavori di Nicoletta, che riuscire a far lavorare insieme consapevolezze e immaginazione.
Claudia Vanni
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